Il pregiudizio – buono o cattivo?

 
 
 

 

Qualche anno fa, non molto tempo dopo il mio piccolo intervento a Papworth, ho fatto una passeggiata a Coleshill.  Era una giornata fredda. Ho visto qualcuno venire verso di me con stivali, jeans, una giacca imbottita e un cappello di lana.  Aveva un cane al guinzaglio. Mi sembrava potesse essere forse un teppista. Io, invece, indossavo  il tipo di vestiti che portavo quando ero ancora notaio - e nessun cappello.  Mi chiedevo se dovevo attraversare la strada, perché sembrava un po' come un pesce fuori d’acqua nella nostra relativamente gentile cittadina. Ma poi, quando si è avvicinato, mi sono reso conto che era un mio amico, anzi il mio vicino di casa.  Una volta che ho capito chi era, il mio senso della differenza tra noi, il mio pregiudizio, causato dai suoi vestiti, è svanito.

Ci viene continuamente detto che il pregiudizio è una cosa negativa, ma la ricerca è arrivata a una conclusione che dovrebbe essere non sorprendente: che il pregiudizio può di fatto conferire un vantaggio evolutivo. Per quale altro motivo, altrimenti, dovremmo averlo come parte della nostra struttura psicologica?  E naturalmente non esiste solo in noi come esseri umani, ma anche negli ordini "inferiori". Suggerisce che il beneficio dal nostro pregiudizio viene da due cose – il bisogno costante di prendere decisioni riguardo alla probabilità del pericolo dagli altri e il bisogno di sapere se possiamo dipendere su qualcun altro quando necessario.  Se ti senti parte di un gruppo, sembra che tu abbia una scorciatoia per prendere tali decisioni, sia come umano, scimpanzé o pipistrello vampiro. Come membri di un gruppo, abbiamo una tendenza a favorire gli altri membri per nessun altro motivo se non quello di essere membri dello stesso gruppo. Quindi, se sei propenso a favorire le persone del tuo gruppo, sentirò istintivamente che gli altri membri del gruppo saranno favorevole verso di te. E per la maggior parte avresti ragione.  Questo vuol’ dire che la valutazione del pericolo o dell’affidabilità degli altri sarà semplificata.  La fiducia facilita la cooperazione e il tuo gruppo ne trarrà vantaggio. Quindi la discriminazione, può essere vantaggiosa.

Ma come definire il nostro gruppo?  Sembra che quasi tutto sia sufficiente. Per gli scimpanzé è la loro tribù e per i pipistrelli vampiri dipende da con chi si condivide la grotta. Per noi, può essere una gamma molto ampia di fattori. Il tuo sfondo sociale, per esempio, dove vivi o il colore della tua pelle. Anche essere assegnati arbitrariamente a un "gruppo" da un ricercatore sarà sufficiente a convincerti ad agire in modo parziale a favore degli altri nel tuo gruppo artificialmente creato.  La famiglia è un gruppo ovvio e occuparsi della nostra famiglia e dei nostri amici in modo preferenziale è considerato lodevole. Ma è comunque un'azione nata dalla discriminazione, dal pregiudizio.  E il corollario di questo, diffidare dei non membri del nostro gruppo, è anche piuttosto efficiente come regola generale. Perché, dato che tutti noi preferiamo gli altri nel nostro gruppo, allora ovviamente la quantità di collaborazione che otterremo da un membro di un altro gruppo sarà minore.  Sarebbe quindi vantaggioso trattare un estraneo con cautela quando si sta valutando se fidarsi o no. Tutte le nostre madri lo hanno creduto e hanno imposto i loro rigidi vincoli su di noi a non parlare con gli estranei! 

Senza dubbio  era un'esigenza a lungo termine ai tempi delle tribù, quando poteva esserci un antagonismo continuo tra di loro. In tal caso, la continuazione e il rafforzamento della reazione iniziale sarebbe del tutto giustificata. Senza un tale requisito, tuttavia, sorge un problema quando, quello che adesso dovrebbe essere solo uno stratagemma a breve termine, si trasforma in qualcosa di più permanente. Come abbiamo visto, ci sono molti che hanno difficoltà a cambiare idea nonostante le prove contrarie. Ciò significa che un iniziale sentimento di sfiducia rimane con loro e si fonde gradualmente in un'antipatia, "giustificata" retrospettivamente, per qualsiasi tratto, reale o immaginario, in quell'altra persona vista come indesiderabile o che la rende in qualche modo inferiore a te.




In che modo questo riguarda l'attuale dibattito sul colore e sulla condotta della polizia? Almeno in questo paese, anche se la percentuale di neri arrestati è più alta di quanto ci si aspetterebbe dal numero di loro nella popolazione, il livello di morti in carcere tra di loro è inferiore a quello dei bianchi in carcere. Quello che è vero, tuttavia, è che essi tendono ad avere condizioni socio-economiche peggiori rispetto alla popolazione bianca nel suo complesso, e questo è probabilmente la spiegazione per cui commettono più reati in primo luogo. Se, d'altra parte, guardi i bianchi con un background socio-economico simile, allora, per come la vedo io, hanno risultati simili. La povertà stessa causa molti problemi, tra cui lo scarso livello di istruzione, ed è associata a tassi di criminalità più alti del normale.

Che cosa dobbiamo fare allora per risolvere questi problemi sociali? Per cominciare, non dovremmo sentirci colpevoli di avere una diffidenza iniziale nei confronti delle persone "diverse". Dovremmo invece riconoscere il pregiudizio come una strategia che promuove la sopravvivenza.  Sospetto che alcune delle difficoltà che continuiamo ad avere, siano il risultato dell'incapacità di comprendere la natura della nostra psicologia. Sopratutto fra gli ultras liberali, i puristi, che in effetti negano che il pregiudizio abbia, o dovrebbe avere, un ruolo importante nella nostra composizione psicologica.  Ma per loro, se ne soffriamo, è perché la società ci ha fatto il lavaggio del cervello.  Non riconosceranno che in realtà ne dipendiamo, per esempio, per il benessere delle nostre famiglie.  Senza la devozione dei genitori per i loro figli, i nostri assistenti sociali avrebbero ancora più lavoro da fare.  Ci viene poi detto, molto inutilmente a mio avviso, che siamo maligni per avere tali tratti psicologici.  La non accettazione della realtà, che è una caratteristica utile, significa che i tentativi di superare la sua errata applicazione sono spessi mal indirizzati.  Non si tratta di abolire il pregiudizio, ovunque esso sia, ma di vedere quali sono i suoi legittimi usi nella nostra vita, per sostenere il funzionamento efficiente della società e quindi, sotto la stessa luce, vedere dove funziona contro il modo in cui vogliamo far funzionare la nostra società.

C'è, chiaramente, una mancanza di simpatia per la posizione dei gruppi etnici minoritari in qualsiasi società.  Si trattano facilmente come capri espiatori e quindi tendono ad essere biasimati per le disgrazie della società da altri, altri che spesso sono tanto svantaggiati quanto loro - come i cinesi dell'America occidentale nel XIX secolo, considerati la causa della disoccupazione, e quindi della povertà, tra i "veri americani". E naturalmente, i politici incoraggeranno questo modo di pensare per scusarsi della loro incapacità di risolvere i veri mali della società. 

Come possiamo superare questa situazione?  Non sono sicuro che possiamo farlo facilmente.  Certamente l'educazione dei bambini su quale sia lo scopo legittimo del pregiudizio potrebbe essere utile, spiegando allo stesso tempo gli effetti sulla gente prodotti dall'uso improprio del pregiudizio nel corso dei secoli. Sono sicuro che le dimostrazioni fanno sentire rette alcune persone, anche se raramente producono un cambiamento di sostanza, a parte forse l'abbattimento di qualche statua repellente.  Dopotutto, abbiamo già leggi abbastanza severe contro i pregiudizi razziali e molti altri tipi di pregiudizi.  E così ci lascia ancora a cercare di raggiungere quella che è l'unica vera soluzione alla difficoltà - una soluzione economica. Dobbiamo offrire alle persone l'opportunità di guadagnarsi da vivere in modo dignitoso e di poter vivere in un alloggio decente.  Dovrebbe essere facile...


Paul Buckingham

7 Giugno 2020  



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