La Torre di Babele – gli effetti collaterali
 
 
 
 



Nel libro della Genesi, leggiamo che tutti sulla terra in quel momento parlavano la stessa lingua. Un gruppo numeroso di persone, che erano emigrate in quello che è l'Iraq moderno, volevano stabilirsi li definitivamente. Così, hanno deciso di costruire una città e anche una torre che avrebbe ‘raggiunto il cielo’. Ci raccontano persino i loro metodi di costruzione - mattoni cotti, piuttosto che pietra, e bitume come cemento.  Sembra che Dio non fosse contento e abbia detto :

«Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, affinché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro».  Il Signore li disperse di là su tutta la terra ...  Ecco perché si chiamò Babele.

Il che significa che è colpa di Dio che per parlare con persone di altri paesi devo imparare altre lingue. Ma perché dio si è sentito minacciato dagli sforzi della sua creazione? La Bibbia non spiega molto, ma secondo lo storico romano-ebraico del primo secolo, Josephus (Tito Flavio Giuseppe), la decisione di costruire in mattoni cotti in forno e bitume è stata una risposta al Diluvio di Noè. Volevano una città e una torre in grado di resistere a un'altra alluvione. Quindi gli edifici dovevano essere impermeabili. Non sono convintissimo che usare il bitume come cemento, soprattutto in una zona molto calda, sia stata una soluzione geniale per produrre un edificio enorme e pesante. Ma avevano dimenticato che il primo diluvio era lo strumento di Dio per punire un popolo che ignorava il suo dio. E quindi per la seconda volta dio ricordava al suo popolo la sua esistenza!

Creare gruppi di persone disperse attraverso il mondo, però, che parlassero lingue diverse non è stata, forse, un'azione destinata a produrre un mondo molto pacifico. È stata una decisione un po' miope da parte di Dio. Le differenze fra i diversi gruppi promuovono il sospetto e quindi l'ostilità.  È forse un esempio minore ma, molti anni fa, eravamo in vacanza in Galles, non lontano da dove è nato mio padre. Siamo entrati, stranieri, in un piccolo negozio locale. La gente si parlava in inglese ma, dopo aver individuato la nostra presenza, ha cambiato lingua e ha continuato in gallese! Mi sono sentivo molto offeso.

Mio padre parlava il gallese da bambino perché era la lingua normale nella piccola città di Llandeilo. Dopo qualche anno la famiglia si è trasferita a Cardiff, dove la lingua nazionale era quasi estinta. Non veniva insegnata a scuola e entro pochi anni mio padre è diventato anglofono. Non ricordava più il suo gallese. Si dice che non è facile imparare un'altra lingua quando si è più ‘maturo’.  Ci sono molti che credono di non esserne capaci, di non avere l'orecchio necessario. Sospetto, però, che non sia solo 'l'orecchio' che manca loro, ma anche la volontà di affrontare la grammatica. La grammatica della propria lingua non è molto popolare come materia scolastica. Dunque passare ancora più tempo come adulto ad apprendere la grammatica straniera non è forse una prospettiva molto attraente. Che vuol’ dire che io sono probabilmente nerd. Ma vuol’ dire anche che il piano di dio sembra essere riuscito.


Infatti, perché cercare di imparare un’altra lingua quando ci troviamo di fronte a più di settemila lingue nel mondo. È travolgente. Come scegliere? In un certo senso gli avvenimenti della storia hanno già ristretto la scelta. Un conquistatore cercherà sempre di imporre la sua lingua a coloro che sono stati conquistati. È stato progettato per togliere la loro immagine di sé come un popolo diverso e indipendente. E non solo in passato, perché lo vediamo ora, per esempio, nel nord della Cina, dove la lingua uigura non è più insegnata. Vogliono eliminare gli Uiguri come gruppo che si auto-identifica, sia per quanto riguarda la loro religione che la loro lingua.

Ma per questo motivo poco etico, la metà della popolazione del mondo parla almeno una delle 23 lingue più comuni - principalmente le lingue dei paesi che in passato hanno avuto imperi. E all'altro estremo, circa il 40% delle lingue è oggi "in pericolo", spesso con meno di 1.000 utenti.  Evidentemente, non c'è molto beneficio pratico nel mantenere un lingua che non contribuisce realmente alla comunicazione. Così possiamo vedere che c'è un desiderio tra la sua creazione di respingere alla decisione sconsiderata di Dio e di comunicare in qualche modo. La selezione naturale spiega questa tendenza - è ovvio che la capacità di comunicare ha effetti benefici in tutti i sensi per la coerenza del gruppo - anche quando è imposta da un potere straniero o per motivi politici. Quindi, normalmente, sarebbe difficile vedere un futuro per le lingue di nicchia.


Ma non viviamo in tempi normali.  C'è una pressione nazionalista che spinge nella direzione opposta a quella normale. In Galles, come in molte altre regioni d'Europa, la promozione della loro lingua indigena è vista come parte integrante della loro lotta per l'indipendenza, per costruire un identità diversa. Naturalmente in una regione dove c'è la democrazia, non c'è una forte contro-pressione che cerchi di eliminare una lingua minoritaria. Infatti ci sono governi locali in Europa che sono disposti a spendere soldi per incoraggiare l’insegnamento della loro lingua locale nelle scuole, una lingua senza utilità al di fuori dei suoi confini.  Ma per aumentare la sua desiderabilità, lo si fa in combinazione con l’obbligo di usare la lingua in parallelo con la lingua nazionale al livello del governo locale. Crea quindi un opportunità per l’impiego per chi sa parlare la lingua. La sua popolarità diventa così più diffusa - sopratutto fra i genitori che vogliono che i loro figli abbiano un lavoro ‘stabile’ nel governo locale. Ma per la maggior parte, i nuovi Stati aspiranti non hanno un'economia autosufficiente. Quindi non vedo che la loro torre si alzerà molto, prima di cadere di nuovo a terra. È necessario uno sforzo continuo per superare la selezione naturale - proprio come cercare di invertire l'entropia.

C'è forse una soluzione a tutto questo - la soluzione Star Trek - dove non è necessario nessuna conoscenza dell’altra lingua. Ovviamente Dio non ha previsto il potere del software. Anche adesso è possibile comprare un dispositivo palmare a cui si parla e che tradurrà ad alta voce per il beneficio del personale del bar in un paese straniero. Ma Amazon ha prodotto un programma gratuito che si può scaricare sul suo smartphone per fare la stessa cosa. Dice che traduce fra un paio di lingue, scelte da una lista lunghissima di lingue.  Si chiama ‘SayHi’. Ho deciso di provarla e dunque ho scaricato la app. Mi ha seccato un po' il fatto che Amazon abbia richiesto non solo la mia localizzazione attuale, ma anche il mio genere, la mia età e una foto. Ho una foto di un piccolo fiore che ho provato a scattare, ma il sole era dietro di me, quindi la foto è in realtà della mia ombra. Finalmente l'ho caricato e, all'improvviso, c'era una lista di signorine, che volevano tutte dirmi 'Hi' ... 

Dopo aver ricontrollato il nome del software, ho scoperto che  era infatti 'SayHi Translate'. Dopo aver frettolosamente disinstallato la mia app per gli incontri, ho installato quella giusta senza ulteriore imbarazzo. E la sua qualità? Temo che stiamo ancora aspettando il futuro promesso, ma in realtà è abbastanza buono. Per un incontro informale, quando non ci sono alternative, funzionerebbe bene, a condizione che si utilizzino frase non complesse. Per chi vuole ordinare un pasto o chiedere indicazioni sarebbe eccellente. Ma per una conversazione normale, il ritardo tra parlare e sentire la traduzione sarebbe come una conversazione su Zoom, ma ancora peggio. E parlare d'amore con una delle ragazze su SayHi?  Non sono convinto che la conversazione scorrerebbe molto bene.


Paul Buckingham


5 luglio 2020


Genesi 11 v 1- 9:

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento.  Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».  Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.  Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.  Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro».  Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.  Ecco perché si chiamò Babele.   

 
 
 Home     Caro Diario      Chi sono?       Guestbook