Grandi aziende e la loro influenza morale  
     
 

Le piccole imprese tradizionalmente sono iniziate da una persona o da poche persone in società. Molto spesso c'è un legame familiare tra le persone coinvolte. Quando le imprese diventano più grandi, tuttavia, c'è bisogno non solo di persone con competenze che i membri della famiglia non hanno, ma spesso di denaro esterno per permettere l'espansione. Per raccogliere il denaro, è necessario o di prenderlo in prestito o di avere una struttura tale che le persone possano effettivamente investire nel business. Il modello che è emerso è quello delle 'società per azioni'. Ci sono documenti che dimostrano che sono state formate in Europa già nel 13° secolo.

Tuttavia, a partire dal 16° secolo, si sono moltiplicate significativamente quando investitori avventurosi hanno iniziato a speculare sulle opportunità di fare fortuna nel Nuovo Mondo. In effetti, l'esplorazione europea è stata in gran parte finanziata da società per azioni. Anche se i governi erano desiderosi di nuovi territori, erano riluttanti ad assumersi gli enormi costi e rischi associati a queste imprese. Il sistema fiscale era nella sua fase iniziale e, aveva una base imponibile molto limitata.

Questo ha portato invece gli imprenditori a raccogliere denaro attraverso la vendita di azioni delle loro imprese ai moltissimi investitori (gli azionisti) disposti a finanziare i viaggi verso il Nuovo Mondo. Questo per trovare l'oro, le spezie e le altre risorse da cui tutti avrebbero tratto la loro fortuna. Ma c'era un lato negativo per un investitore. Non solo potevi perdere il tuo investimento, ma saresti stato personalmente responsabile delle perdite della società. La capacità di limitare la responsabilità degli investitori che acquistano azioni in una società, legiferata dal parlamento britannico nel 1855, è stata forse la più importante modifica mai apportata al diritto societario. Non sorprende che è adesso diffuso in tutto il mondo.

Ma alla base dell'idea di un'azienda che ha degli azionisti, c'è il fatto che è lì semplicemente per fare soldi per quegli azionisti. Ed è questo che può causare problemi sociali, perché le aziende non devono avere una coscienza. In tempi passati avevamo la East India Company, a cui la Gran Bretagna in effetti ha subappaltato gran parte della sua colonizzazione. E oggi abbiamo p.e. Amazon. Se Amazon fosse un paese, sarebbe la cinquantunesima nazione più ricca del mondo, davanti al Qatar e subito dopo Perù, Nuova Zelanda e Grecia. E proprio come la East India Company usava la sua grandezza a proprio vantaggio, così le attuali compagnie internazionali fanno lo stesso con la capacità di comprare influenza sui nostri politici.

Vediamo, come uno dei risultati di questa influenza, la riluttanza dei politici ad affrontare il gioco del sistema fiscale da parte delle imprese internazionali al fine di costruire la loro ricchezza in modo quasi esponenziale. Esse "riconoscono" i profitti nei paradisi fiscali, il che massimizza i profitti disponibili per la distribuzione ai propri azionisti nel paese in cui ha realmente sede.

Questo problema sarà finalmente affrontato, questa settimana, dal G7. Ciò significherà che l'aliquota d'imposta più bassa consentita in tutto il mondo sarà effettivamente del 15%. Biden aveva proposto 21%. Ma anche se 15% non è ancora molto alto, l'accordo permetterà ai non paradisi fiscali di riscuotere la differenza tra l'aliquota fiscale effettiva pagata nel paradiso fiscale e l'aliquota minima globale. Questo è stato innescato dalla necessità, anche per paesi come gli Stati Uniti, di aumentare le loro entrate fiscali per pagare i danni economici causati da Covid.

Sappiamo tutti che, per una buona pubblicità, le grandi aziende si ritraggono come se volessero sostenere l'ambiente. Questo è conosciuto dai più scettici tra noi come 'greenwash'. Come illustrazione della loro ipocrisia, abbiamo il 'Dieselgate', lo scandalo delle emissioni delle automobili. La maggior parte dei principali produttori avevano costruito sistemi elettronici nelle loro auto che riconoscevano quando venivano sottoposte al test delle emissioni. Quando questo veniva rilevato, il sistema elettronico regolava automaticamente il modo in cui il motore funzionava per ridurre le emissioni di NOx e quindi renderlo conforme. Quando il test finiva, il sistema tornava alla sua normale modalità inquinante.

In conseguenza, solo negli Stati Uniti, la Volkswagen è incorsa in 33 miliardi di dollari in multe regolamentari, compensazioni e programmi di riacquisto.  Ma ora le società di reclamo stanno pubblicizzando la ricerca di clienti per unirsi alla loro azione di gruppo proposta nel Regno Unito contro numerosi produttori. E tutto questo in modo che le società possano ridurre i loro costi di produzione per massimizzare il beneficio per gli azionisti, il Santo Graal per i direttori di società. Naturalmente, in pratica, si presume che il pagamento di pesanti bonus agli amministratori sia a beneficio degli azionisti, motivando gli amministratori a far funzionare l'azienda nel modo più redditizio possibile. Sì, certo...

Un altro stratagemma anti-ambientale, questa volta legale, usato dalle multinazionali, arriva attraverso il diritto internazionale. È un esempio della ‘Legge di Conseguenze Inaspettate’. Cinquant'anni fa, un gruppo di uomini d'affari tedeschi ha fatto pressione per trovare un modo per proteggere i loro investimenti all'estero quando un'ondata di paesi in via di sviluppo ha ottenuto l'indipendenza dalle potenze coloniali europee. Hanno chiamato la loro proposta una "Magna Carta internazionale" per gli investitori privati. Un sistema internazionale di arbitrato è stato creato a cui le aziende, non basate in un paese, potevano reclamare se credevano che il governo di quel paese avesse agito in modo da influenzare negativamente i loro interessi commerciali lì. La maggior parte dei trattati di investimento internazionale e degli accordi di libero scambio concede agli investitori stranieri il diritto di utilizzare ciò che è noto come Investor-State Dispute Settlement (ISDS), se vogliono sfidare le decisioni del governo riguardo ai loro investimenti.

Ora, è vero che molti paesi appena indipendenti, spesso dittature nei loro primi anni "liberati", volevano avere investimenti. Tuttavia, volevano anche essere in grado di cambiare le regole ogni volta che gli faceva comodo ed espropriare i beni non solo della loro gente, ma anche delle compagnie straniere. Con il sistema ISDS, se l'impresa straniera otteneva una sentenza contro uno stato, questa poteva essere eseguita attraverso i tribunali non solo di quel paese, ma anche quelli di qualsiasi altro paese firmatario del trattato e che aveva beni del paese colpevole. Dunque, in principio una buon’idea.

Ma recentemente, le imprese che fanno affari, non solo in dittature, ma anche in paesi gestiti democraticamente, hanno scoperto che l'ISDS è un buon modo di fare pressione su di loro per non subire le conseguenze economiche di misure governative su mandato dall'elettorato. Mentre le aziende del paese dovrebbero semplicemente accettare quelle leggi, le multinazionali possono chiedere un risarcimento. Anche se in passato si usava il trattato soprattutto per chiedere un risarcimento per l'espropriazione di beni, recentemente le richieste si sono basate su una vasta gamma di misure governative, comprese le regolamentazioni ambientali e sociali che, dicono, influenzano la loro capacità di fare profitti. E gli importi coinvolti vanno da centinaia di milioni a molti miliardi di dollari. Il numero di cause intentate contro i paesi all'ISDS è ora di circa 500 - una cifra che cresce al ritmo di un caso alla settimana.

E sempre più spesso, le aziende usano la minaccia di una causa all'ISDS per esercitare pressione sui governi di paesi relativamente poveri affinché non mettano in discussione le loro pratiche o azioni, perché i paesi non possono rischiare di perdere. Molti paesi che, sotto le dittature, concedevano cose come le concessioni minerarie, non soggette a molte condizioni ambientali, si sono trovati citati in giudizio quando, sotto governi democratici, hanno cercato di introdurre quelle che ora sarebbero considerate condizioni perfettamente normali su tali attività. E questo, anche se l'impresa sarebbe stata completamente consapevole della corruzione del governo precedente.

Di conseguenza, molti paesi hanno deciso di lasciare il trattato il più presto possibile. Sfortunatamente per loro, anche dopo aver dato il preavviso, possono ancora essere responsabili in base alle sue disposizioni per un periodo da dieci a venti anni. Ma allora, come sappiamo, il dovere degli amministratori è quello di massimizzare i profitti per gli azionisti, non di indulgere a scrupoli morali. E quindi forse è questo che deve cambiare.

E finalmente c'è qualche movimento in questa direzione. Dall'anno scorso, c'è un requisito di legge nel Regno Unito che impone alle aziende di tenere conto del bene sociale che producono, oltre al denaro. Gli amministratori, mentre sono ancora tenuti a "promuovere il successo della società a beneficio di tutti i suoi membri", devono ora farlo tenendo conto "tra le altre cose, degli interessi dei dipendenti della società e dell'impatto delle operazioni della società sulla comunità e sull'ambiente". Beh, è un inizio, ma la strada è ancora lunga e tortuosa, anche dopo aver passato sette secoli per arrivare fin qui.

2 giugno  2021


Paul Buckingham

 
 

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