Dante e la religione nel senso più ampio

 

Secondo ‘In Our Time', un programma alla radio l'altro giorno, l'inferno non ho ricevuto molta enfasi nella fede cristiana fino al quarto secolo. Fino ad allora, l'enfasi era stato sulla salvezza per l'amore di Dio. Da allora, comunque, l'uso dell'inferno come uno strumento di marketing guadagnava terreno nella chiesa occidentale, anche se non nella sua succursale orientale. Davvero, allo stesso tempo, la maggior parte delle religioni importanti hanno cominciato a promuovere l'idea d'inferno e contendersi per le descrizioni più terribili delle torture da infliggere. I missionari cristiani ai paesi ‘barbari' avevano bisogno di qualcosa di più aggressivo per impressionare i loro leader ‘selvatici' e così persuaderli ad accettare il vero unico dio. L'amore non era sufficiente. L'enfasi sull'inferno ha portato a molte rappresentazioni e descrizioni delle torture dei maledetti - per esempio ‘La Divina Commedia' di Dante con i sui cerchi d'inferno.

Ma mi sembra che l'inferno ha ottenuto prominenza nel cristianesimo nonostante la difficoltà evidente per i cristiani di riconciliare un dio d'amore con un dio vendicativo - perche l'inferno cristiano non rinuncia mai alle sue vittime - la tortura continua per tutta l'eternità. Anche se vedono la luce poco tempo dopo, come ha fatto il ricco, Dives, (nella parabola di Dives e Lazarus) che ha domandato a Abraham che mandi a dire ai sui parenti del suo stato affinche lo evitino. Anche se Cristo, quando un discepolo ha domandato quante volte si dovrebbe perdonare qualcuno - ‘sette volte?' - ha risposto ‘No, settanta per sette', che voleva dire (secondo la chiesa stessa) che il perdono è senza limite.

Ma tutto questo era ignorato e, invece, la logica ristretta inesorabile ha portato alla fine alle conseguenze terribili dell'Inquisizione. Per salvare l'anima d'un uomo dalla tortura eterna, c'era un obbligo di torturarlo per persuaderlo a cambiare le loro credenze mentre era ancora utile. Bisognava bruciare sul rogo gli eretici per evitare la possibilità che porterassero qualcun'altro sulla cattiva strada e per ‘persuadere' gli altri colle opinione non ortodosse cambiarli e essere salvati dalla dannazione eterna. Era un dovere di fare convertire, a forza se necessario, gruppi interi di persone nelle Americhe e in Africa che erano visti come idolatri e perciò, altrimenti, dannati.

Era così che l'idea che il fine giustifica i mezzi è divenuto accettabile generalmente al cristianesimo. Che una tale idea perversa e contradditoria fosse accettata transnazionalmente durante più di un millennio sembra incredibile adesso. Ma siamo più illuminati ora? I religiosi, anche dei paesi civilizzati, torneranno ancora all'illegalità - p.e. le minacce alle vite di quelli che sono coinvolti nelle cliniche d'aborto negli stati uniti - perche considerano che il fine giustifica il mezzo: salvare una ‘vita umana', anche se l'embrione ha, nella migliore delle ipotesi, solo il potenziale per una vita indipendente e nessuna autocoscienza - ma ha un ‘anima' dall'inizio, secondo loro, che vuol' dire che è l'equivalente morale d'un adulto.

Ma questo si applica anche a questi che, mentre forse, non credono in un dio onnipotente, sono motivati da opinioni assoluti simili.

I militanti per i diritti degli animali parlano del ‘genocidio' inflitto sugli animali per giustificare la morte o il danno di alcuni umani per combatterlo. L'assenza d'una credenza in un'anima vuol' dire che non c'è nessuna differenza tra noi e gli altri animali. Allora, tutti i ‘diritti' che rivendichiamo per noi stessi devono, logicamente, applicare a tutt'altra specie.

Ecologisti militanti usano le visioni apocalittiche per convertirci alla loro causa, anche quando la scienza è speculativa. Per attrarre il pubblico locale, rispetto a p.e una nuova strada, usano gli svantaggi locali, ma la loro idea sembra essere che la sopravvivenza degli ecosistemi intorno a noi vale lo stesso che il benessere della razza umana - che, se corretta, vorrebbe dire che dovremmo ancora vivere dalla caccia e della raccolta di bacche ed erbe al meglio e non dall'agricoltura. Il fatto che, durante milione d'anni, la competizione tra specie è risultata nella distruzione di specie e ecosistemi su vasta scala è ignorata. In effetti, per loro la terra è divenuta di nuovo ‘Gaia' - la dea della Terra - che, se non rispettata, ci scarterà come una specie e assicurerà che siamo sterminati. A cui dicono ‘Amen'.

I cerchi dell'inferno del poema di Dante discendono in ordine di terribilità fino a livello 9, dove Satana stesso mangia Giuda Iscariota continuamente. Al livello imediatamente superiore dal fondo, c'è il livello 8, dove vanno i falsi profeti. Forse potremmo utilizzare questo come un monito per i religiosi, di qualsiasi tipo, che dovrebbero essere più prudenti riguardo a ciò che dicono e, così, dove andranno a finire.

È solo un pio desiderio.                                                           

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